COME ARRIVARE DA GIFFONI SEI CASALI:
IN AUTO: Il percorso più veloce è la SP26b, per 10,2 km
IN AUTOBUS: il Comune è collegato a Salerno dai pullman di linea della SITA
COSA VISITARE:
Giffoni Valle Piana è uno stupendo collage di cultura, arte e natura, oggi conosciuta in tutto il mondo grazie al suo Festival del Cinema, la singolare rassegna cinematografica interamente dedicata ad un pubblico giovane. Il Festival Internazionale del Cinema per Ragazzi nasce oltre trent'anni fa da un'idea dell'attuale direttore artistico, Claudio Gubitosi, allora diciottenne, appassionato di cinema e desideroso di realizzare un sogno per sé e per il suo paese. Con gli anni la rassegna è cresciuta, è diventata tappa obbligata di molti artisti e dagli stessi spesso identificata come la piccola Hollywood dei Monti Picentini.
Convento di San Francesco, Chiesa di S. Maria a Vico, Tempio di Ercole, Chiesa dell’Annunziata, Borgo e castello di Terravecchia, Convento dei Cappuccini, Corte seicentesca nella frazione Vassi, Chiesa di S.Pietro Apostolo alla fraione Curti, Congrega del Santissimo Rosario alla frazione Curti, Santuario di S. Maria di Carbonara, Chiesa di Santa Caterina, Convento di Sant’Antonio.
ALTRO DA VEDERE:
Parco Faunistico nel quale è possibile effettuare trekking, escursioni in mountain bike e visite guidate nella locale oasi WWF
MANIFESTAZIONI:
Carnevale Giffonese Sagra del caciocavallo Giffoni film festival Giffoni teatro Sagra della castagna Presepe vivente Mostra internazionale di arte presepiale Raduno auto e moto d’epoca Festa di S. Nicola Festa di S. Antonio Festa di S. Pietro,S Festa di Francesco Festa di S. Maria, S. Lorenzo Festa di Madonna del Carmine Festa di S. Spina di Gesù
Distanza da Giffoni Valle Piana 22,9 km – tempo di percorrenza 39 minuti circa.
Si erge su un ampio pianoro nel cuore dei Monti Picentini, il gruppo montuoso più importante e selvaggio dell’Appennino Campano, caratterizzato da ampie faggete e notevoli pianori che si alternano nelle quote intermedie, ma anche a quote relativamente alte come quelle nel Polveracchio e nel Cervialto sul versante orientale; mentre dominano le nude rocce calcaree dell'Accellica e del Terminio sul versante occidentale. Il gruppo montuoso ha conservato, più che in altri gruppi montuosi della Campania, l'integrità del paesaggio e la relativa ricchezza di fauna: basti pensare che in queste zone vivono animali come la lontra, il ghiro, la puzzola, il lupo, il gatto selvatico, l'aquila reale, ecc. ..., che in altre località sono ormai estinte. Anche la vegetazione è molto ricca e varia. Notevole è la presenza di ruderi e di castelli, a testimonianza dell'organizzazione medioevale. A causa dell'ultimo sisma molto di questo patrimonio è andato danneggiato o distrutto. La ricchezza e la varietà dell'ambiente e delle strutture consentono al turista di vivere una vacanza di alto valore naturalistico e storico. Acerno quindi località ideale per le vacanze personalizzate: da un turismo ambientale - naturalistico - escursionistico ad un turismo culturale e studentesco, da un turismo per la terza età e per la salute ad un turismo invernale.
Cattedrale di San Donato Edificata ne 1444, più volte distrutta e ricostruita presenta un campanile sormontato da cuspide a bulbo e, nel Presbiterio interessanti dipinti raffiguranti i quattro evangelisti, eseguiti dal pittore Pallante nel 1797. Chiesa della Madonna delle Grazie La chiesa della Madonna delle Grazie si trova in posizione esterna rispetto al centro più antico. Da vedere il suo imponente altare in marmi policromi e la magnifica effige della Madonna delle Grazie incoronata. Questo edificio fu l’unico a non subire danni nel 1980.
Sagra della Castagna - 3-4 novembre Festa della Montagna e Premio Parco Monti Picentini - 22-23 settembre Carnevale Picentino - Carnevale Estatemonti - giugno/agosto Giostra dei Casali - giugno/agosto Giornata del paesaggio - giugno/agosto
COME ARRIVARE:
IN AUTO: Montecorvino Rovella dista 13 Km. dall'autostrada SA-RC, con uscita al casello di Battipaglia. Da Giffoni Sei Casali prendere la SP 26.
IN AUTOBUS: è collegata a Salerno tramite autolinee SITA.
IN TRENO: La stazione FS più vicina è quella di Battipaglia, a circa 10 km.
Immersa nel verde dei suoi rigogliosi uliveti, castagneti e noccioleti, Montecorvino Rovella costituisce uno dei centri più interessanti dei Picentini. Il paese sorge in circolo intorno alle falde del Monte Nebulano, sulla cui sommità fu edificato, intorno al VI secolo d.C., un castello longobardo. È un luogo in grado di offrire molto al visitatore, sia esso amante della natura o della cultura. Castello Nebulano, oggi ridotto ad un rudere, ma un tempo (IX e il X secolo) solido rifugio per le popolazioni locali minacciate dalle invasioni saracene. Il percorso che conduce al Castello Nebulano è particolarmente suggestivo: affreschi rupestri, sorgenti d'acqua ed antichi lavatoi. Chiesa di Santa Maria delle Grazie, nel Casale Castiuli, costruita nel 1487 ed in ottimo stato di conservazione. Duomo dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, costruito nel 1274 sui resti di un'antica abbazia benedettina distrutta da Ruggero il Normanno. L’edificio fu molto danneggiato dal sisma del 1980, ma è stato completamente restaurato. Meriterebbe una visita il Conservatorio delle monache di Santa Sofia risalente al XVI secolo, danneggiato purtroppo dal terremoto del 1980 ed attualmente in restauro. Chiesa di San Lazzaro del XVII, nel Casale Cornea, con un bellissimo portale di incerta attribuzione. Chiesa di Sant’Ambrogio alla Rienna, risalente al IX-VIII secolo. La chiesa, situata a qualche chilometro dal centro abitato, fino a qualche anno fa versava in uno stato di completo abbandono. Oggi, grazie ad un imponente e sapiente restauro, è possibile godere di tutta la sua peculiare bellezza. Osservatorio Astronomico "Gian Camillo Gloriosi", ubicato alle falde del Monte Nebulano, grazie soprattutto ai prestigiosi convegni organizzati, riveste una ragguardevole importanza nel panorama nazionale ed internazionale.
Santuario della Madonna dell’Eterno, sorge solitario su di una verdeggiante collina. L’edificio fu edificato nel diciassettesimo secolo ed è luogo di fervente culto da parte delle popolazioni locali.
“Filastrocca dei dodici mesi dell'anno” e “U Rittu di Mariconda”, - Carnevale Festività dei SS. Apostoli Pietro e Paolo - 29 giugno Festival dei Mozartini - incontro internazionale giovanile di musica d'insieme. Luglio “Universus” - manifestazione scientifico-culturale a cura dell'Osservatorio Astronomico. luglio Festività del S. Salvatore in Gauro - successivamente alla festa religiosa si tiene la Sagra della Braciola - agosto Festa di Maria SS. dell'Eterno in S. Eustacchio - terza domenica di agosto.
COME ARRIVARE DA MONTECORVINO ROVELLA:
IN AUTO: percorso più veloce tramite SP164 per 12,5 km
IN AUTOBUS: il Comune è collegato a Battipaglia dai pullman di linea della SITA.
Le prime testimonianze della presenza umana risalgono al Paleolitico, mentre il nucleo originario del paese odierno viene individuato tra il settimo e l’ottavo secolo, in alcuni ruderi di palazzi e chiese ancora oggi visibili nella frazione Ponticelli. La denominazione “Olibanon” che significa “olio del Libano”, fu introdotta dei greci i quali scacciarono gli etruschi che prima di loro avevano colonizzato la zona: Olevano segna infatti il punto massimo della loro espansione a sud. Nel 1862 fu aggiunta la denominazione “sul Tusciano”, che ricorda quella etrusca. Dalla frazione Salitto, la parte più in alto del paese, è possibile vedere la pianura che si estende tra Salerno e Paestum, con il delta del Sele, Punta Licosa e le alture della costiera amalfitana fino a Capri. L’inesistenza di un unico centro, Ariano è un’altra frazione, è probabilmente dovuta alla divisione in casali risalente al periodo dell’antica Licenzia. Per molti secoli Olevano fu feudo ecclesiale. Dalla metà del 1800 fu sede di un’importante industria della cartiera, fondat da Francesco Campione, che sfruttava per il suo funzionamento un impianto idraulico. Ed ancora oggi è funzionante la centrale idroelettrica alimentata dall’acqua del Tusciano, una delle più importanti dell’Italia meridionale. Nonostante le ristrutturazioni degli edifici, danneggiati dal terremoto del 1980, è possibile intravedere i segni delle civiltà passate nei numerosi archi e nei simboli delle loro chiavi di volta. A Salitto sono ancora evidenti, inoltre le mura costruite a difesa dell’abitazione del feudatario ed un palazzo in stile vanvitelliano.
Il Castello Arroccato sull'omonimo monte Castello, sapientemente incastrato tra due colossali massi rocciosi, si ergeva maestoso ed inespugnabile il "Castrum Olibani" i cui ruderi testimoniano ancora oggi il passato splendore. Le torrette avanzate, lungo le mura di cinta, furono ottimi osservatori di tutta la piana sottostante. Il periodo più burrascoso e confuso fu certamente quello relativo alle incursioni barbariche ed alle piraterie saracene. La costruzione era tanto grande da poter accogliere tutti gli abitanti delle borgate sottostanti. La guarnigione regolare di circa trenta soldati regolari veniva rinforzata da nuovi elementi ed anche i cittadini contribuivano alla difesa del castello con compiti ben precisi ed a turni con perfetto ordine e regolarità in occasione di conflitti o stati di allarme. L'Imperatore Federico II diede particolare importanza al Castrum e né affidò la sua amministrazione a giustizieri di propria fiducia: Pietro de Dardania, Errico de Palo, ai teutonici Rodoerico de Rotunda e Ermanno de Salza, infine a Menagoldo. Quel che resta del castello sono i ruderi delle strutture di parte di esso e le torrette della triplice cinta muraria. Nel periodo del suo maggior splendore rappresentò un punto di difesa alla periferia del Principato di Salerno. In funzione di esso sono nati alcuni casali costituenti ancora oggi la parte urbanizzata del Comune. Il suo disuso risale al sec. XVI e i ruderi sono lasciati all'incuria del tempo.
Festa dell’olio - dicembre Via Crucis - ultima domenica di giugno Fiera di San Rocco - si organizza il 16 agosto ed è dedicata al Santo, patrono della peste assieme a San Sebastiano. La tradizione vuole che venga fatto il pane che il cane portò a San Rocco a Piacenza. Durante la festa vengono allestiti stand con prodotti ed artigianato tipico Festa di San Michele Arcangelo - Festa patronale di S. Michele Arcangelo con processione attraverso le tre frazioni fino alla grotta. 29 settembre/ Festa del Patrono, S. Michele Arcangelo, con cerimonia religiosa sulla Grotta dell'Angelo.
COME ARRIVARE DA OLEVANO SUL TUSCIANO:
IN AUTO: Il percorso più veloce è la SP350, Via Olevano, per 24 km
IN AUTOBUS: il Comune è collegato a Salerno dai pullman di linea della SITA.
Chiesa di San Bartolomeo: Nella primavera del 1259, alcuni domenicani vennero a Campagna, per predicare il Santo Vangelo e furono accolti degnamente e con onore dagli abitanti dei vari casali, situati a settentrione del Castello Gerione. Per questo motivo chiesero ed ottennero, dal castellano dell’epoca, di potersi stabilire definitivamente in questi luoghi e vivere in poveri pagliai, nel quartiere denominato Pagliara, a ridosso dei casali, allora abitati, a settentrione del Castello Gerione. Castello Gerione: Sorge in mezzo una gran rocca, primo edificio della Città, sia per antichità, come per l’architettura. Cattedrale di Santa Maria della Pace; Santuario di Santa Maria di Avigliano; Chiesa del SS Salvatore e Sant’Antonio Patrono; Chiesa della SS Trinità annessa all’ex Monastero di S. Spirito; Chiesa della Madonna del Ponte sul tenza; Chiesa dell’Annunziata di San Liberato Martire; Chiesa S. Maria del Buon Consiglio; Convento S. Filippo e S. Giacomo; Chiesa S. Nicola Tolentino; Chiesa di San Giovanni Battista; Chiesa Convento Concezione; Monastero di S. Sebastiano; Eremo di San Michele di Montenero; Struttura Monastica di Concezione dei Francescani. Aree archeologiche di Saginara, Paglietta, Serradarce e Tuori;
Oasi del Monte Polveracchio
Fiera di Santa Maria di Avigliano; Premio Giovanni Palatucci; Portoni Ghiottoni; Chiena Funacoli;
Distanza da Campagna 9,6 km – tempo di percorrenza 21 minuti
La città di Eboli è collocata in un felice contesto territoriale in cui si sono sempre intrecciati una serie di fattori che hanno favorito l'insediamento umano. Cerniera naturale tra la costa e l'entroterra e fra il nord e il sud, ha i piedi ed il corpo nella piana, ma la testa saldamente ancorata alle colline retrostanti; con 'vista' sul mare, fu comunque al riparo dalle rapide incursioni e razzie cui erano soggetti i centri costieri; legata all'arteria Sele', non è comunque soggetta ai suoi capricci e alla mutevolezza dei fattori ambientali, che furono invece fatali a Paestum. Il clima perennemente mite, le dolci colline ricche di storia, di lembi di natura incontaminata e di suggestivi corsi d'acqua, una pianura ricca e fertile, i cui si producono pregiati prodotti alimentari (mozzarelle, carciofi, fragole, ecc.) ne hanno fatto da sempre luogo di richiamo per le popolazioni limitrofe. Questa collocazione mediana, fra la costa e l'interno, l'ha posta sempre naturalmente in contatto con la vivacità dei centri costieri, recettori di grandi flussi culturali e politici, e con la serena laboriosità delle zone interne, socialmente più stabili e per questo depositari di culture e di valori consolidatisi nel corso dei secoli. La ricchissima documentazione archeologica rende ragione di questo assunto. Chiesa di S. Bartolomeo La chiesa è documentata nel 1170. Nel 1511 è indicata tra le chiese parrocchiali di Eboli. Nel 1654 è soppressa la parrocchia di S. Caterina ed i parroci di S. Bartolomeo divengono anche rettori della parrocchia soppressa. La chiesa, situata in località Pennino, è distrutta completamente dai bombardamenti del 1943; aveva tre altari ed era senza campanile. Ricostruita nel 1954 in un'altra zona della città, con alte strutture di volte e arcate ideate dall'architetto Fasolo di Roma, è consacrata l'8 dicembre 1957. Chiusa per restauri, è riaperta al culto il 1° giugno 1999. Chiesa S. Cuore di Gesù Dopo il terremoto del 1980 nasce un nuovo quartiere in località Pescara. Nel 1983 la Caritas della diocesi di Treviso dona un prefabbricato pesante per lo svolgimento delle funzioni religiose. La chiesa è dedicata al S. Cuore di Gesù, per non far dimenticare la consacrazione della città di Eboli al S. Cuore, avvenuta il 28 marzo 1928, ed a S. Berniero perché compatrono della città. Il 28 giugno 1986 è elevata a parrocchia con decorrenza dal 18 luglio 1986 ed è riconosciuta civilmente il 29 novembre 1986. Poiché il prefabbricato è insufficiente, è costruito un notevole complesso parrocchiale consacrato da monsignor Gerardo Pierro il 3 settembre 1995 Chiesa di S. Maria ad Intra La notizia più antica di questa chiesa è del 977. Nel 1236 ha un rettore. Nel 1305 è indicata come rettoria con due titolari. Essendo la parrocchia più antica della città, fino al 22 giugno 1746 ha posseduto il privilegio della processione del Corpus Domini. Con Decreto Arcivescovile del 1962, il titolo ed il beneficio sono trasferiti nell'erigenda chiesa in località Paterno. La chiesa è restaurata recentemente e nel campanile si possono ammirare le artistiche campane dell'antica chiesa. Chiesa di S. Maria del Carmine e S. Eustachio in S. Francesco È la fusione di due parrocchie: S. Maria del Carmine e S. Lorenzo con S. Eustachio e S. Biagio, con sede nell'antichissima chiesa di S. Francesco fondata dai PP. Conventuali. La chiesa di S. Francesco diviene sede parrocchiale nel 1811, quando vi è trasferita l'antica parrocchia di S. Lorenzo; nel 1836 vi è trasferita anche la ricettizia di S. Maria del Carmine. La chiesa di S. Eustachio è documentata nel 1309; è elencata nel 1653 tra le parrocchie di Eboli. Il 1° ottobre 1957 la sede della parrocchia di S. Eustachio e S. Biagio è trasferita in S. Nicola, per poi accorparsi il 28 giugno 1986 con quella di S. Maria del Carmine e S. Lorenzo, ricevendo l'attuale titolo. Chiesa di S. Maria della Pietà È eretta in parrocchia da monsignor Laspro nel 1880. La chiesa, però, è molto antica: è l'originaria S. Maria de Conce costruita nel sec. XI; è nominata con questo nome anche in un documento del 1309. Nel 1511 la chiesa è indicata con l'attuale titolo. Clemente VII la eleva a Collegiata con Bolla "In supereminentis Apostolice dignitatis", datata 4 maggio 1531. La prima nomina a Primicerio la ottiene don Donato Giuliani. L'8 agosto 1811 è detta insigne Collegiata Chiesa Maggiore con 22 membri. Il 13 luglio 1866, in applicazione alle leggi eversive, il Capitolo è soppresso. L'11 febbraio 1903 monsignor Laspro ricostituisce il Capitolo Collegiale con la dignità del Primicerio. Chiesa di S. Maria delle Grazie Il complesso conventuale è costruito dai Frati Domenicani alla fine del XV secolo. Soppresso il Monastero nel 1652 da Innocenzo X, nel 1690 è concesso ai PP. Riformati. Il convento è soppresso ancora una volta dalle leggi eversive del 1807 ed i Francesi adibiscono la chiesa a Quartiere Generale delle Truppe. Nel 1932 il convento e la chiesa sono concessi alle Figlie di Cristo Re. Il Convento, distrutto completamente dai bombardamenti del 1943, è ricostruito ex novo nello stesso posto. La chiesa della Madonna delle Grazie è elevata a parrocchia nel 1962. Chiesa di S. Nicola in S. Vito al Sele Il primo documento della chiesa di S. Nicola è del 977. Nel 1095, il conte Ruggiero, signore di Eboli, dona la chiesa all'abate Gregorio di S. Pietro Apostolo di Eboli. Tale dono è confermato dall'arcivescovo Romualdo II nel 1160. Il 16 marzo 1289 si ha il primo documento che la riporta come parrocchia. La chiesa nel 1309 è servita da ben quattro rettori, oltre al parroco ed ai cappellani. Il 1° novembre 1957 il titolo e il beneficio sono trasferiti in S. Vito al Sele, in località S. Cecilia, mentre il territorio è accorpato a S. Eustachio e S. Biagio.
Vissi d’arte - luglio Fiera di Eboli - settembre Da Eborum a Eboli - giugno Raduno bandistico interregionale Giostra Medievale - settembre Festa del bocconcino di Bufala Campana Carnevale - carnevale Agosto Ebolitano - agosto