COME ARRIVARE:
IN AUTO: Solofra dista 20 Km da Napoli. Il Comune è raggiungibile per mezzo della Autostrada per Salerno e la superstrada per Avellino, da cui dista circa 15 chilometri, con uscita a Solofra. Analogamente, provenendo da Salerno, da cui il Comune dista circa 25 chilometri, occorre seguire la superstrada per Avellino con uscita a Solofra.
IN AUTOBUS: il Comune è servito dalle compagnie di trasporto Air e SITA
COSA VISITARE:
Collegiata di San Michele Arcangelo L’altare è in marmo policromo (1746) dedicato alla Vergine Maria. Dietro la tavola (3,25x4,80) di G. Bernardo Lama (1594) l’Incoronazione della Vergine con grandiosa cornice (1610). La Vergine è incoronata da Dio seduto sul globo ed è circondata da una schiera di angeli. In esso è incastonata e la statua dell’Arcangelo ricoperta di oro varie volte restaurata. Chiesa dell’Ascensione, oggi Chiesa di Sant’Antonio La Chiesa dell'Ascensione è ubicata nel rione Balsami in uno slargo della via che porta nella parte alta dell'abitato. Ha subito vari interventi tra cui quello del 1790 ed dopo un secolo fu ricostruita in seguito ai danni del terremoto del 1893. Seriamente danneggiata dal terremoto del 1980, è stata consolidata, restaurata ed aperta al culto nel 1996. L'edificio, posto in direzione nord-sud, ha pianta irregolare con un rettangolo terminante a sud con l'abside, mentre sul lato occidentale si apre un ambiente, adibito a sagrestia, con ingresso autonomo. La facciata, volta a nord, nuda e semplicemente intonacata, si conclude con un timpano spezzato a cornici mistilinee. Ha avanti un ampio scalone poligonale in travertino delimitato da balaustre in marmo. Il portale d'ingresso, in pietra locale con trabeazione e cimasa, è sovrastato da un finestrone con ai lati due altorilievi ed incornicia l'originario portone in legno intarsiato di ampie dimensioni. Chiesa San Domenico Soriano Sorge sulla piazzetta omonima, in cui confluiscono due viali alberati cittadini, via Casapapa e viale Regina Elena o San Domenico, e da cui parte via Giuseppe Maffei. Fu edificata per volere della feudataria Dorotea Orsini, vedova di Pietro. È espressione della devozione e della munificenza degli Orsini, soprattutto di Dorotea e successivamente del nipote Vincenzo Maria, il futuro Papa Benedetto XIII. La costruzione della chiesa, per il cui mantenimento la feudataria lasciò una dote in terreni e danaro chiedendo di esservi sepolta, cominciò nel 1644 dopo varie dispute legali perché fortemente osteggiata dagli altri Ordini monastici presenti sul territorio e dopo decreto arcivescovile e parere favorevole della Congregazione cardinalizia. Chiesa San Giuliano Sorge nella piazza omonima del rione Fratta. Inizialmente una chiesa dedicata a questo santo era in località Toro detta san Giuliano vecchio al Toro e a questa si riferisce un antico documento che ne attesta la presenza nel 1309, ubicata lontano dalla chiesa parrocchiale dell’Angelo. Nel 1388 era in beneficio dell’arcidiacono salernitano Eduardo e nel 1459 divenne parrocchia ma in questa data già era ubicata nel luogo odierno e cioè sul lato del vallone cantarelle-vellizzano opposto al casale Toro nel nuovo casale della Fratta. Chiesa di San Rocco Questa chiesa e il suo culto è legata ad una forte tradizione solofrana che ha in grande considerazione il santo, protettore dei conciatori e del terribile morbo che colpiva questi artigiani. Il carbonchio (detto in vernacolo locale tracena) è un insetto che si nascondeva nella lana e tra i peli delle pelli provocando una pustoletta puriginosa e molto contagiosa che era tolta col fuoco. L’immagine del santo infatti lo raffigura con questa pustoletta sulla gamba assistito da un cane poiché gli uomini lo evitavano. Per questo motivo il santo è considerato il secondo protettore della comunità dopo San Michele. La stessa ubicazione della chiesa, dominante la zona casale delle concerie e allo sbocco della via vecchia che la costeggiava, dimostra questa valenza. Fu costruita nel 1475, dopo la peste del 1528 subì un ampliamento e delle donazioni (Margerita Vigilante moglie di G. Luisio Troisio) e rifatta nel 1693, mentre nel 1719 fu dipinto il soffitto. Fu sede della Confraternita di San Giovanni sotto il titolo della Pietà, che fu costituito nel 1616 nella omonima chiesa al rione Fratte (ora diruta) e confermato nel 1778. Aveva una cappella dedicata a S. Gaetano. Chiesa Santa Chiara con Monastero Sorge sul lato occidentale della Collegiata all’inizio di via Regina Margherita. Già documentata nel XIV secolo, con il nome di Santa Maria delle Grazie, era sede di altari patronali con diritto di sepoltura e di una Confraternita laicale, ed era la chiesa del casale de i Burrelli in posizione opposta a quella dell’Angelo prima della costruzione nella Collegiata. Chiesa Sant’Agata Sorge in bella posizione nella piazza principale della frazione omonima all'imbocco della via di comunicazione con Solofra. La Chiesa, dedicata alla santa catanese, si lega ad un culto impiantatosi in loco nel periodo della prima diffusione del cristianesimo in Italia quando Abellinum (Atripalda), a cui era legato il centro abitato, fu una delle prime diocesi d'Italia e fu centro vivo del cristianesimo delle origini. Chiesa Sant’Andrea Sorge in bella posizione nella piazza centrale della frazione omonima di Solofra. Già esistente dal 1195 nel vicus sancte Agathe, nel feudo di Serino, la piccola cappella risulta, nel 1309, essere governata dal rettore ed abate Matteo de Protoiudice di Salerno, coadiuvata dal cappellano Guglielmo da Solofra. Nel 1443 è detta "parrocchia", ma definita "povera e solitaria, provvista del fonte battesimale". Ne fu rettore dal 1487 il fratello del feudatario l’abate Giovanni Zurlo ma la gestione fu degli archipresbiteri di S. Angelo, tra cui Andrea Fasano e Cosma Guarino detto Ronca. Chiesa Sant’Antonio al Toro Ubicata al rione Toro lungo la stretta via che lo attraversa in un piccolo slargo che prende il suo nome. Fu costruita nel 1597 con titolo originario dell’Ascensione. Nel XVII secolo fu sede della Congregazione della Carità. Nel 1790 subì un completo restauro degli interni. Per i danni subiti in seguito al terremoto del 1980 è chiusa al culto. L’edificio ha forma rettangolare con porta sul lato orientale, mentre sul lato meridionale si apre una piccola sacrestia. La modesta facciata le conferisce l’aspetto di una semplice chiesa di rione, sia per le esigue dimensioni che per l’essenzialità delle decorazioni. Ha un ampio portale, realizzato con blocchi di pietra calcarea bocciardata con in alto una finestra centrale arcuata e una cornice che delimita la parte bassa del timpano triangolare al centro del quale c’è il foro campanario. Sul lato destro della porta c’è una nicchia con l’effigie di Sant’Antonio. Chiesa Santa Maria Addolorata con Monastero Si trova al rione Volpi in via Regina Margherita sulla riva destra del torrente Solofrana. Fu inglobata nel 1758 all’annesso Monastero voluto dal canonico Nicola Petrone che vi istituì la regola. L'ordine religioso che resse il monastero fu quello delle Mantelliane che avevano come protettore S. Filippo di Brenizio. L’edificio è a forma rettangolare con l’ingresso, volto verso oriente, che dà su di un atrio coperto, che si apre sul cortile antistante, con arco a tutto sesto, inserito tra paraste terminanti con capitelli compositi. L’imponente facciata è movimentata da diverse aperture e cornici che interrompono la regolarità del maestoso prospetto. Essa è divisa da una trabeazione e nella parte superiore è caratterizzata da un finestrone centrale, arcuato e incorniciato, posto tra due lesene con capitelli compositi e dentellatura sovrastante. Un ampio timpano mistilineo fa da chiusura a questa notevole fabbrica architettonica. Le pareti laterali presentano varie finestre, tra cui, molto ampia, è la centrale a forma semicircolare, mentre quelle prossime alla copertura sono tutte rettangolari. Chiesa Santa Maria dell’Assunta o della Castelluccia Fu voluta all’inizio del XVI secolo dal feudatario di Serino a cui apparteneva la zona, Ludovico della Tolfa. Fu poi dotata dagli altri feudatari di Serino tra cui i Principi Caracciolo di Avellino. È costituita dall’edificio sacro ed alcuni ambienti una volta abitati da religiosi che ne gestivano i beni. L’interno semplice e scarno presenta resti di affreschi del XVI secolo. Chiesa Santa Maria del Carmine É al rione Toro soprano sul lato occidentale della piazza della ferrovia. La chiesa fu voluta alla fine del XVI secolo con disposizione testamentaria da Giovan Battista Maffei che vi istituì un Monte a beneficio della famiglia. Appartenente a questa importante famiglia locale impiantata anche a Napoli e dominante nel casale, fu costruita nel tra il 1608 e il 1611 poco discosta dall’abitazione gentilizia della famiglia. Fu consacrata nel 1613. L’edificio è a pianta rettangolare pressoché regolare di piccole dimensioni in direzione est-ovest, con porta sul lato orientale. Sulla facciata, semplice con piccola torretta campanaria, è distinta una cornice in stucco che racchiude la parete dove in risalto è il portale d’ingresso. Questo, in pietra locale lievemente scolpito in alto, è sovrastato da una nicchia semicircolare contenente la statua della Madonna. Chiesa Santa Maria della Consolazione È ubicata nella zona industriale all’ingresso occidentale nel territorio di Solofra per chi viene da Montoro Superiore. Originariamente sul posto, in località galdo, accanto ad una taverna-fòndaco, esisteva una chiesetta dedicata a San Biagio, infatti la località è anche detta san biagio. Si biforcavano due strade una che conduceva a Solofra l’altra, detta salmentaria, (da sarmenti gruppi di carri che trasportano merci) che saliva, evitando il centro abitato, sul passo di Turci. La chiesa fu costruita all’inizio del XVIII secolo per voto dei fedeli perché potesse accogliere una immagine della Santa Vergine del XV secolo portata dalla Puglia. La costruzione iniziò nel 1709, in forme grandiose e nel 1719 il tempio fu aperto alla devozione. Nella fabbrica è inglobata, sul lato, nord la porta di San Biagio facente parte dell’antico edificio. Chiesa Santa Maria della Misericordia Di jus patronale privato della famiglia Ciccarelli, una delle famiglie dominanti nel casale, fu edificata nel XVIII secolo ed ebbe beni e un sacerdote senza la cura animorum. Appartenne alla Parrocchia di San Giuliano della Fratta, una delle tre in cui è diviso il territorio ecclesiastico di Solofra. Nel XVIII secolo la chiesa era un Beneficio con vari beni immobili e censi. L’edificio ha subito diversi rifacimenti e fu chiuso al culto prima del terremoto del 1980, che lo ha gravemente lesionato per cui si presenta allo stato di rudere. La chiesa, di modeste dimensioni, è a pianta irregolare rettangolare allungata in direzione ovest-est, col lato posteriore più lungo mentre il lato anteriore è leggermente obliquo. La facciata, posta sul lato orientale, ha un’architettura semplice col portale in blocchi di pietra squadrati grossolanamente, sormontato da un’edicola con la statua della Vergine, ai lati una coppia di lesene scanalate e una cornice nella parte superiore, anch’essa in pietra. Si conclude con un timpano triangolare modanato. Chiesa di Santa Maria della Neve La Chiesa sorge sulla dorsale del passo di Turci lungo la strada provinciale Montoro-Solofra-Serino. Già esistente all’inizio del XVI secolo con dotazione di beni e con un sacerdote senza la cura animorum, fu a protezione della strada e dei traffici del vicino passo. È una chiesetta rurale di modeste dimensioni con orientamento nord-sud. La facciata, volta a nord, verso la strada è caratterizzata da un doppio portale ad arco a tutto sesto. L’interno ha un’unica navata di piccole dimensioni, che si frappone fra due cappelle laterali quasi ad individuare una pianta a croce greca, ed è illuminato da due finestre poste in alto sul lato destro della navata. Un lungo atrio con copertura piana si sviluppa ortogonalmente alla navata ed è separato da questa da un arco a tutto sesto. Il soffitto è a volta rastremata con affresco. Chiesa di Santa Maria della Pietà È ubicata in via Forna e fa parte del palazzo gentilizio della famiglia Garzilli, di cui occupa la parte orientale. Fu costruita per voler di Monsignore Paolo Garzilli nel 1857 e venne consacrata nel 1859 dall’Arcivescovo di Salerno Monsignore Salomone in Santa Visita Apostolica a Solofra. Dopo il sisma del 1980 la chiesa è in attesa di restauro. L’interno è di forma rettangolare regolare con porta sul lato settentrionale e due comunicazioni con l’interno del palazzo: una attraverso la sacrestia al piano terra, l’altra mediante il coretto al primo piano. Chiesa di S. Maria delle Selve Sorge a mezza costa del monte Vellizzano ad est in località isolata ed in bella posizione con dinanzi uno slargo dominante la conca. Era una chiesa dei casali Vicinanzo e Sorbo, definita, all’inizio del XVI secolo, di antica origine e posta in una zona con selve di castagni e cerri. Nel 1754 aveva i governatori: Stefano Rubino, Massenzio Garzillo, Stefano Ronca, Giovanni Paolo Ferrazzano. Chiesa di S. Maria del Soccorso La chiesa di Santa Maria del Soccorso sorge nel rione Toppolo su una balza del monte che domina il corso del torrente Liarvo, che è un apporto idrico del torrente delle Bocche detto anticamente Fiume ora Solofrana. L’edificio, a pianta rettangolare con ingresso sul lato occidentale, è posto in posizione dominante su una balza del terreno, ha dinanzi un breve sacrato, protetto da una cortina muraria, cui si accede da due scalinate laterali. La facciata lineare e semplice, con piccoli contrafforti laterali, ha un portale in grossi blocchi di pietra sormontato da un finestrone semicircolare. Chiesa di S. Maria di Costantinopoli La Chiesa è ubicata nei pressi del cimitero lungo la strada omonima che, costeggiando i monti a sud, porta a Montoro. Anticamente era dedicata a Santa Maria di Costantinopoli, espressione dell’impronta bizantina che ebbe tutta la zona e di un culto mariano diffuso in tutta la conca solofrana. Era ubicata in località detta coste di Santa Maria nella parte bassa dell’antico casale Cortina del Cerro poi detto Casate ed infine Volpi. Nel 1582 fu arricchita della loggia antistante con frontone triangolare, eleganti pilastri ed archi. Altra restaurazione avvenne nel 1711 ed nel 1793 ornata con stucchi, dipinti e maioliche, ed arricchita delle effigie degli Apostoli che ne determinarono il secondo nome. L’edificio ha forma rettangolare con ingresso sul lato occidentale. La facciata, dalla semplicità delle prime chiese cristiane, nasce con estrema armonia lineare da un ordine di quattro pilastri in pietra locale, a sezione ottagonale, slanciati con perfetto equilibrio. Chiesa e monastero di Santa Teresa È posta nella parte alta del rione Sorbo lungo la strada che porta al Convento dei Cappuccini. La chiesa, intitolata al "SS. Crocifisso" e conosciuta col titolo di "Santa Teresa", fu eretta nel 1686 nel casale Sorbo Soprano, per la munificenza della famiglia solofrana Ronca, dominante nel casale, voluta da Donato Antonio. Il monastero è circondato da una poderosa cinta muraria, in parte ancora visibile di cui una lapide, posta nel tratto fortificato "sud", ricorda un restauro del 1733. Chiesa dello Spirito Santo La Chiesa dello Spirito Santo è ubicata nel rione Volpi sulla riva sinistra del torrente Solofrana in uno spiazzo che prende il suo nome. Si hanno varie testimonianze di una cappelletta votiva sita in loco nel XVI secolo al di là del ponte del casale Burrelli. La costruzione dell’edificio è dell’inizio del XVII secolo (1610), ad opera dei due casali dei Volpi e di Pie’ S. Angelo, probabilmente sui ruderi dell’antica cappella rurale, poco distante la chiesa di Maria Santissima Addolorata. Tra il 1623 e il 1629 accolse 25 tele di Gian Tommaso Guarini per il soffitto simile a quello della Collegiata. Nel 1624 vi si formò la Confraternita dello Spirito Santo che poi ebbe anche un decreto borbonico. L’altare maggiore aveva un quadro raffigurante la Vergine di Costantinopoli. Aveva la Cappella di S. Maria di Portosalvo. Nel 1722 è documentata la Congregazione di S. Maria dell’Arco. Fu ricostruita nel 1733, nelle forme barocche tuttora visibili, dopo il violento terremoto dell’anno precedente.
COSA GUSTARE:
Ottimi da gustare i vini accompagnati dai formaggi e gli insaccati tipici del territorio. Funghi, noci e castagne sono le eccellenze del territorio
ALTRO DA VEDERE:
Convento dei Cappuccini Nella seconda metà del XVI secolo fu edificato accanto alla chiesa di S.Maria delle Neve un fabbricato adibito a Convento su un fondo testamentario della famiglia Landolfi (notaio Giovanni Santo Garzillo, 26 marzo 1577) dominante nel casale Vicinanzo e con il concorso della Universitas e del Capitolo della Collegiata (primicerio Agostino Garzilli). Eretto nel 1582, con bolla dell’Arcivescovo Marsilio Colonna e completato nel 1585, fu sede dei padri Cappuccini fino al 1809 quando fu adibito ad Asilo di Mendicità, e poi, nel 1830, restituito agli stessi.
MANIFESTAZIONI:
Festa del Patrono S. Michele Arcangelo Pizza Festival - dal 6 al 9 luglio A carcara e Sant’Antuono - prima di Carnevale
Distanza da Solofra 10,2 Km – tempo di percorrenza 15 minuti circa.
IN AUTO: Montoro, comune della regione Campania in provincia di Avellino, dista circa Km 18 dal capoluogo di Provincia, circa Km 14 da Salerno, Km 55 da Napoli (Capoluogo di regione)" e Km 22 dal casello autostradale Av-Est della Napoli Bari. Il Comune è raggiungibile in auto dalla superstrada Av-Sa, con uscita a Montoro.
IN AUTOBUS: è raggiungibile mediante numerose corse delle autolinee pubbliche Air e SITA.
Santuario di Maria SS Incoronata Il Santuario di Torchiati presenta una conformazione irregolare, e sorge su un rilievo panoramico da cui domina l’intera vallata. La Chiesa è preceduta da un portico che interrompe la facciata, coronata dalla cella campanaria. Il portale presenta un timpano spezzato in cui è ricavato lo spazio per l’affresco con L’incoronazione di Maria SS Incoronata. All’interno, caratterizzato da un impianto ad una navata con cappelle, si segnala la volta della cupola, decorata con motivi geometrici a stucco. Cappella: Arciconfraternita del SS Nome di Dio La cappella dell’Arciconfraternita del SS. Nome di Dio si trova alla destra della chiesa dedicata ai SS. Pietro e Paolo a San Pietro. Vi si accede attraverso una scala in piperno, di scala vanvitelliana, al di sotto del cui pianerottolo si trova l’ingresso alla cripta. La facciata presenta una struttura tripartita: al primo livello si trova il portale d’ingresso alla cappella, al secondo una fascia riccamente decorata con due aperture ed infine un timpano triangolare coronato dalla struttura campanaria. L’interno è ad una navata, senza cappelle laterali, ed è arricchito da un soffitto in legno dipinto, al centro del quale si trovava un dipinto ora trasferito al museo della Certosa di Padula. Chiesa di San Martino Presenta un impianto di chiara ispirazione neoclassica, caratterizzato dall’alternanza simmetrica dei vari elementi architettonici presenti. La facciata è infatti scandita da una serie di lesene scanalate poste alla medesima distanza le une dalle altre. Il basamento è interamente realizzato in pietra viva ed è interrotto dalla sola presenza del portale. Il vano d’accesso all’edificio religioso in esame è inoltre preceduto da una serie di gradini in pietra. Chiesa di Sant’Eustachio Caratterizzata da un impianto longitudinale a croce latina con un’unica navata. L’interno presenta delle nicchie, tre per lato, inquadrate da un doppio ordine di paraste in stile composito. All’interno di esse trovano posto altarini in marmi policromi. La cantoria è sull’ingresso e si regge su pilastri ed archi, di cui quello principale è a tre centri. L’illuminazione interna è garantita da una finestra tribolata, presente in facciata, e da ampi finestroni che si aprono nella volta a botte che copre la navata. La facciata presenta un portale barocco collocato alla sommità di un’ampia scala. Chiesa di S. Valentiniano La facciata della chiesa di Banzano, alla quale si accede attraverso una serie di gradoni in pietra, è caratterizzata da un portale in pietra realizzato nel 1619. È a navata unica con abside circolare coperto da una cupola a calotta; in esso è collocato l’altare maggiore realizzato in marmi policromi. La cantoria è sull’ingresso con l’organo e l’illuminazione interna è garantitala ampi finestroni che scandiscono le pareti laterali. La navata è coperta da una volta a botte lunettata e il tetto è a falda con capriate in ferro. Ortogonale al corpo di fabbrica della Chiesa di S. Valentiniano è la confraternita della SS Trinità dei Pellegrini alla quale si accede attraverso l’abside. Chiesa di Montevergine II sagrato della Chiesa Montevergine in località Aterrana è costituito da un portico delimitato da archi interamente realizzati in piperno. L’accesso all’edificio avviene dunque attraverso un portale collocato in maniera asimmetrica rispetto alla corrispondente navata interna. Il corpo di fabbrica è caratterizzato da un impianto a navata unica, senza cappelle laterali, ed è stato di recente oggetto di restauro: la copertura, perduta a causa del sisma del 1980, è stata sostituita con una struttura in cemento armato, dipinta con colore marrone, che qualifica negativamente l’ambiente. Chiesa dell’Addolorata Il prospetto della chiesa presenta il tipico impianto barocco, tripartito mediante quattro lesene con capitelli compositi. Al centro dell’articolata facciata campeggia un finestrone dal disegno curvilineo, mentre lo schema è concluso da un timpano triangolare. Il portale, realizzato interamente in pietra, è concluso in alto da due piccoli festoni ornamentali con motivi di ispirazione vegetale. Esso è inoltre sormontato da un’immagine della Madonna Addolorata dipinta su maioliche. Attualmente la chiesa è la parrocchia della frazione di Torchiati.
Tra le eccellenze gastronomiche del territorio troviamo la cipolla ramata: è un ecotipo locale che possiede caratteristiche organolettiche uniche, che la differenziano dalle altre cipolle da serbo. Si distingue per il colore rame vivo delle tuniche esterne e la forma sub-conica, è dolce al gusto ed intensamente aromatica all’olfatto. Il bulbo presenta una consistenza croccante con un’elevata tenuta alla cottura, caratteristiche che la rendono indispensabile in cucina, da utilizzare sia cruda che cotta. Seguono poi il pomodoro San Marzano, i funghi porcini, le ciliegie, le castagne e le nocciole. Noto è anche il carciofo montorese, un prodotto dotato di eccezionali caratteristiche qualitative. Nell'area del montorese la coltivazione del carciofo si è sviluppata, infatti, prevalentemente in prossimità di due sorgenti locali, le cui acque in passato erano sufficienti ad irrigare tutta l'area della Piana. Esso viene venduto fresco, prevalentemente sul posto dopo essere stato raccolto in mazzi.
Insediamento di origini preistoriche del IV-III secolo d.C., Palazzo Tango, Palazzo Galliani, Palazzo De Giovanni, Chiesa di San Martino, Chiesa di Sant’Eustachio, Chiesa di S.Valentiniano, Chiesa di Maria SS Incoronata, Arciconfraternita del SS Nome di Dio, Chiesa di Montevergine, Chiesa dell’Addolorata.
Sagra della patata banzanese e del fungo porcino - prima decade di agosto Falò di S.Antonio Abate - 17 gennaio Pizza Festival - dal 7 al 10 luglio Festa dei SS. Pietro e Paolo - dal 28 giugno al 1° luglio Festa patronale della Madonna delle Grazie Festa patronale del SS Salvatore Festa patronale di S. Rocco Festa patronale di S. Antonio Sagra del cinghiale Festa patronale di Sant’Eustachio – 20 settembre Festa patronale di S. Martino – 20 settembre
Distanza da Montoro 8,9 Km – tempo di percorrenza 10 minuti circa.
IN AUTO: Il Comune è raggiungibile attraverso il raccordo salerno- Avellino con uscita ai caselli di Lancusi e Fisciano.
IN TRENO: La stazione ferroviaria più vicina è quella di fisciano sulla linea Salerno-Mercato San Severino.
IN AUTOBUS: È possibile raggiungere Fisciano anche mediante autobus di autolinee private oppure attraverso mezzi pubblici del CSTP di Salerno sulla linea Salerno-Mercato San Severino- Università e sulla linea Salerno-Calvanico.
Santuario di San Michele di Mezzo La chiesa sorge sui monti di Carpineto, a 592metri d’altezza. Risalente al periodo normanno, vi trovò rifugio il Papa Gregorio VII, ospite a Salerno di Roberto il Guiscardo. Annessa alla chiesa, sotto il convento, vi è una grotta naturale che porta affreschi del XII secolo e un altare dedicato alla vergine greca. È un luogo di culto verso il quale ogni anno, in occasione dei festeggiamenti di San Michele, centinaia di fedeli di Fisciano e dei comuni limitrofi si dirigono a piedi nudi in segno di penitenza e di fede profonda. Chiesa di San Martino Sull’altare maggiore si può ammirare un quadro di raro pregio artistico, dipinto da artisti fiamminghi, Guglielmo Proposte e Guglielmo Bisconte, collaboratori di Fabrizio Flodiale. Di spirito arabeggiante la maestosa torre campanaria sormontata dall’orologio da facciata con campanelle dal tocco per ogni quarto d’ora. Confraternita del SS Rosario Progettata probabilmente dalla scuola vanvitelliana, nacque con l’obiettivo di accogliere i bisognosi. La costruzione è a tre piani, rappresentazione figurativa dei tre regni dell’oltretomba: un piano interrato che, prima dell’Editto di Saint Claude, veniva utilizzato per la sepoltura; un piano terra dove si tenevano le assemblee delle confraternite e un piano superiore dov’è collocato l’altare con una pala di Angelo Michele Ricciardi.
Fisciano ricade nell'area di produzione della "Nocciola di Giffoni" IGP è concentrata nel salernitano. Gustosa per dolci e ingrediente di pizze gourmet, la nocciola vanta molto successo nel territorio.
Tra la Valle dell’Irno e del Sarno, immersa nel verde di ulivi, castagni e nocelleti, è sede dell’Università degli Studi di Salerno. È un importante crocevia fra le province di Avellino, Salerno e Napoli noto, fin dall’Ottocento, per l’artigianato del rame.
Festa di S.Vincenzo Ferreri - inizi di agosto Festa di S.Giovanni Battista - fine giugno/inizio luglio Festa della SS Madonna delle Grazie Festa della mozzarella di bufala e del prosciutto, con il pane biscottato - fine luglio Sagra del cinghiale e della nocciola - fine agosto/settembre Festa di S. Rocco - 16 agosto
Distanza da Fisciano 4,2 Km – tempo di percorrenza 10 minuti circa.
IN AUTO: da Avellino percorrere via Francesco Tedesco e proseguire per Atripalda. Da Atripalda immettersi nella SS7 Ofantina, uscita S. Potito/Sorbo, quindi seguire la SP16.
IN TRENO: la stazione ferroviaria più vicina è quella di Salza Irpina, che dista circa 1 Km.
IN AUTOBUS: è raggiungibile mediante autobus di autolinee pubbliche G.T. I., sulla linea Avellino-Volturara Irpina con collegamenti per Avellino.
Santuario di San Michele II protettore di Calvanico è S. MICHELE ARCANGELO da cui prende nome il monte S. Michele, sulla cui cima a 1567 mt. si trova una chiesetta di epoca molto remota. Negli anni Cinquanta vi fu affiancato un tempio più grande, inaugurato l’8 maggio sul cui altare c'è ora la statua in marmo di S. Michele risalente al 1614. Nel corpo di fabbrica del santuario c' è un rifugio con focolare e depositi, sempre aperto ai fedeli. II sette di maggio di ogni anno la statua d'argento del santo patrono viene portata da Calvanico fin sulla Yetta, in processione, per le celebrazioni liturgiche, in presenza di pellegrini che vi giungono anche dai comuni limitrofi del santuario e dell’avellinese. II giorno dopo (8 maggio) viene riportata in paese la statua del santo, seguita da tutta la popolazione e nella chiesa madre del S.S. Salvatore si celebrano solenni riti sacri. Chiesa Madre del SS. Salvatore La chiesa madre dedicata al S.S. SALVATORE è in stile neorinascimentale del 700, ma di essa si hanno notizie certe già dal 1300. All'interno vi sono ancora stucchi pregevolissimi delle scuole artigiane di Calvanico, oltre a tele del Solimena, del Mozzillo e ad una pala di Giovanni Bernardo Lama del XVI secolo. All'ingresso della navata di destra c'è il deposito marmoreo di Carlo De Alessio del 1605; in prossimità dei vari altari vi sono lapidi di sepulture di personaggi vari. La chiesa fu gravemente danneggiata dal terremoto del 1980 e successivamente depredata di molte opere, da piratesche irruzioni notturne dei ladri d' acre. Attualmente la struttura muraria è stata consolidata e si è in attesa dell'ulteriore finanziamento per il restauro finale.
Calvanico ricade nell'area di produzione della "Nocciola di Giffoni" IGP è concentrata nel salernitano. Gustosa per dolci e ingrediente di pizze gourmet, la nocciola vanta molto successo nel territorio. La castanicoltura occupa un posto di rilievo nel quadro economico e produttivo dell'Alta valle del Sabato e dei Monti Picentini, assicurando buoni redditi all'intera comunità locale. La superficie interessata è stimata in oltre 5.000 ettari, che rappresenta più di un quarto della superficie totale di castagneti a frutto delle province di Avellino e Salerno. La produzione è di circa 100.000 quintali di castagne all'anno, di cui il 50% viene solitamente destinato all'esportazione, mentre l'altro 50%, in proporzioni più o meno uguali, è ripartito tra le industrie di trasformazione e il consumo fresco. Calvanico rientra nell'areale di elezione della DOP della "Castagna di Serino".
Frequentatissimo luogo di villeggiatura nella stagione estiva, Calvanico sorge alle falde del Pizzo di San Michele e offre ai suoi visitatori incantevoli panorami che spaziano dai Monti Lattari alla piana del Sarno, fino ad arrivare al Vesuvio. La sua vicinanza al mare consente, inoltre, di frequentare le spiagge del litorale Salernitano e fare escursioni verso Paestum, verso la costiera amalfitana e quella cilentana. Il territorio si presenta ricco di noccioleti, castagneti, boschi cedui, cerreti e faggete d’alto fusto, e non è un caso che l’economia locale si basa sui prodotti tipici delle castagne, i cosiddetti Marroni, e delle nocciole, oltre che sull’olio che, seppur non prodotto in quantità eccessive, è di ottima qualità.
Festa di S.Michele - 7/8 maggio Festa della castagna - fine ottobre La festa del boscaiolo - Ferragosto